Profilo dell’ente
Risale all’anno 1396 il primo complesso di statuti destinati a dare un assetto stabile e una serie di norme per il funzionamento della Veneranda Arca di S. Antonio: in questa data l’ente diventa istituzione. L’ente Veneranda Arca di S. Antonio di Padova è regolato dallo statuto approvato con regio decreto dell’11 marzo 1935 e dal regolamento post Concordato del 1932, che ne stabilisce i compiti. Le finalità istituzionali sono così enunciate: «L’Ente ha per fine di provvedere alla conservazione e al miglioramento degli edifici monumentali della Basilica di Sant’Antonio di Padova e degli altri stabili annessi, e cioè il Convento attiguo coi suoi chiostri, la Biblioteca Antoniana, il Museo, l’Oratorio di San Giorgio, la Scuola del Santo».
Soprattutto con l’odierno Collegio di Presidenza, l’Arca ha affiancato a questo compito primario una serie di attività atte a promuovere la cultura e l’arte anche fuori dal confine cittadino.
Un grande impegno è stato profuso negli ultimi due anni nel supporto al percorso relativo alla candidatura, diretta e coordinata dal Comune di Padova, della città di Padova e dei suoi Cicli di affreschi trecenteschi al Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco, infatti tra i selezionati ben 4 cicli affrescati si trovano nel Complesso antoniano: nell’Oratorio di San Giorgio e nella Basilica di Sant’Antonio di Padova. Un’attività questa svolta sotto diverse forme: studio, consulenza, raccolta di documentazione e soprattutto organizzazione di iniziative per la promozione dei suoi preziosi tesori artistici.
Alcune di queste iniziative culturali sono state ideate e promosse tramite l’Archivio storico dell’Arca, dove sono conservati i documenti prodotti dall’attività dell’ente nel corso della sua storia istituzionale, dalle origini ai giorni nostri. Alla custodia e alla cura di questo prezioso materiale documentale, si affianca l’organizzazione e la gestione della consultazione, garantita gratuitamente a tutti gli studiosi e disciplinata da un Regolamento interno.
Accanto a questo primario impegno si svolgono una serie di attività volte alla valorizzazione del patrimonio documentale e alla promozione delle discipline correlate al suo riordino (archivistica, paleografia, metodologia della ricerca in archivio…) finalizzate ad incrementare la conoscenza anche a chi non opera nel settore, attraverso visite guidate, seminari in loco, esposizioni temporanee e mostre più articolate.
L’Archivio della Veneranda Arca di S. Antonio nel 2019 ha ottenuto il Riconoscimento regionale di Interesse Locale: un riconoscimento conferito dalla Regione del Veneto, su istanza dei titolari, agli archivi di rilevanza culturale e storica di proprietà di soggetti diversi dallo Stato e dagli Enti locali territoriali, resi disponibili alla consultazione pubblica.
INFORMAZIONI STORICHE
I cittadini padovani al servizio della basilica di Sant’Antonio
Quando morì sant’Antonio, il 13 giugno 1231, la diffusione del culto e i pellegrinaggi alla tomba del Santo presero avvio con uno sviluppo veramente potente. All’inizio del secolo XIV la chiesa era costruita, ma per secoli continuarono modifiche, manutenzioni, predisposizioni di arredi, abbellimenti, costruzione di tombe e monumenti all’interno dell’edificio e nei chiostri.
Il flusso cospicuo di denaro confliggeva con la regola francescana della povertà e inoltre, da subito, si profilò un fortissimo legame tra la comunità cittadina e il complesso del Santo. Questi due fattori fecero sì che le autorità cittadine entrassero nella gestione e nella amministrazione dei beni che si andavano accumulando nella chiesa, la cui costruzione stessa fu supportata, in parte, dalla comunità, divenendo così un’espressione autentica della città di Padova.
Fino alla fine del secolo XIV negli Statuti cittadini sono definiti i compiti di una commissione, composta di laici, che doveva gestire e pagare i diversi interventi a favore della chiesa e del convento del Santo. La forma istituzionalizzata di questa commissione, che prese il nome di Veneranda Arca di Sant’Antonio e fu normata da suoi propri statuti, è del 1396. Da allora, e in modo ininterrotto, alcuni cittadini di Padova (prima quattro, oggi cinque), eminenti per rettitudine e capacità, coadiuvati da due religiosi (oggi dal rettore della basilica e un membro laico nominato dalla Santa Sede), svolgono i compiti di gestione dei beni mobili riferiti alla Sacrestia e alla Biblioteca, gli immobili, le donazioni fatte all’Arca del Santo.
Nel Quattrocento, caduta Padova sotto la dominazione veneziana, i massari (il titolo di presidente sostituì quello di massaro nel corso del Cinquecento), furono scelti soprattutto tra il gruppo dirigente padovano, formato da esponenti del mondo accademico, famiglie nobili, esponenti della borghesia mercantile e finanziaria.
Era tuttavia il podestà (sempre un veneziano), a designare i massari dell’Arca, ma il Consiglio cittadino poteva assumere decisioni riguardo all’Arca, anche se, con l’aumentare del potere del governo della Serenissima, e soprattutto in certe materie, aumentò il potere della componente religiosa dell’Arca, a scapito di quella laica.
L’aumento del patrimonio determinò anche crescenti necessità di organizzazione e a ogni presidente dell’Arca venne affidato, come è anche oggi, uno specifico ambito di competenze.
La caduta della Repubblica di Venezia (1797) e l’avvento dei regimi rivoluzionari non colpirono la Veneranda Arca, che fu correttamente ritenuta dalla legislazione napoleonica una istituzione laica. Perciò non solo l’ente sopravvisse e continuò la sua funzione, ma assunse la responsabilità della gestione delle funzioni amministrative di governo della basilica, prima spettanti all’Ordine Francescano. Inoltre, con questo riconoscimento, fu possibile all’Arca salvare dalla confisca tesori preziosi, come il complesso dei reliquiari della basilica e la Biblioteca Antoniana.
Il dibattito istituzionale sul ruolo dell’Arca nel corso dell’Ottocento e del Novecento si caratterizza per diversi interventi, volti a definire con esattezza la fisionomia giuridica dell’ente e delle sue competenze, condizionati dai rapporti tra Chiesa e Stato.
Nel 2000 una speciale commissione del Consiglio di Stato ha decretato che le fabbricerie, a cui l’Arca è assimilata, debbano essere considerate enti privati a rilevanza pubblica.
Organigramma
Presidente Capo: Emanuele Tessari |
Presidenti: Giovanna Baldissin Molli – Nicola Borotto – Giambattista Casellati – Lorenzo Pagnacco – Antonio Susani |
Padre rettore dei minori officianti la basilica di S. Antonio: Padre Oliviero Svanera |
Delegato pontificio: Sua Ecc. Mons. Fabio Dal Cin |
Segreteria amministrativa: Annalisa Faggin |